Rihanna

Foto di Rihanna con in mano una canna sono un’allegra costante del mondo dei social da almeno cinque anni. Il settimanale Billboard fece a suo tempo una classifica dei 10 migliori “weed moment” della popstar: copertine di dischi, canotte coatte con la foglia d’erba sul petto, mattinate di vacanza alle Hawaii, una notte di Halloween travestita da “moglie di Maria Giovanna”, la copertina di un ammiccante libretto su “sesso e fumo” e così via. “Una trasgressione senza pericoli”, commentò il New York Times, osservando il contemporaneo movimento di canne e cannette sugli account di Lady Gaga, Lana Del Rey, Miles Cyrus e altre. Tutte in prima fila, secondo il quotidiano e secondo tutte le probabilità, per diventare quando sarebbe stato il momento testimonial del nuovo mercato legale del fumo.

Cinque anni fa un sondaggio Gallup certificava che per la prima volta in 40 anni la maggioranza degli americani era favorevole alla legalizzazione. In Usa, cinque anni fa iniziava il processo di decriminalizzazione dell’uso ricreativo della cannabis negli Stati e nelle città come Washington D.C. e New York City, essendone già consentito l’uso medico in mezza America. L’era della Guerra alla droga si avviava alla conclusione (nonostante restino in piedi – come ci spiega nelle prossime pagine Tim Dickinson – ancora innumerevoli e costose fortezze dei Tartari) con l’argomento più persuasivo di tutti: l’economia, il business. Non la morale, non lo stile di vita, non la scienza, benzina sul fuoco degli innumerevoli e inconcludenti dibattiti degli anni passati. Ma semplici dati che profetizzano per l’economia legale del fumo tassi di crescita pari se non superiori a quelli degli smartphone.

Dicevano che anche Rihanna si sarebbe di lì a poco buttata nel business. Fu svelato il nome del marchio: MaRihanna. Erba buona, varietà caraibiche. E avrebbe seguito le orme di Snoop Dogg e della famiglia Marley già impegnati in queste cose, ma la notizia è stata smentita e non se ne è saputo più niente. Peccato. Se il punto di vista economico spiega bene il futuro del fumo come industria, non spiega tutto. Da un punto di vista culturale, l’idea che alcune giovani donne famose si affianchino così prepotentemente a fattoni maschi ha un effetto da non sottovalutare: storicamente il consumo d’erba porta con sé pregiudizi di genere, che sono i più subdoli e i meno evidenti; l’erba ti rende una cattiva mamma e una ragazza facile. Tutte cazzate. Eppure nei sondaggi le donne che ritengono accettabile la legalizzazione sono sempre meno degli uomini.

Articolo originale: rollingstone.it

 

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