I risultati di un nuovo studio pubblicato su Nature’s Scientific Reports suggeriscono che l’applicazione topica del cannabidiolo (CBD) può servire come trattamento efficace contro lo stress ossidativo sistemico indotto dai raggi UV.
I ricercatori dello studio hanno inizialmente cercato di chiarire i cambiamenti proteomici associati all’irradiazione cronica della pelle UVA/UVB. Usando queste informazioni per il confronto, hanno condotto ulteriori analisi per studiare l’effetto dell’applicazione topica del CBD su questi cambiamenti proteomici.
Per gli esperimenti, ratti maschi nudi sono stati trattati per quattro settimane con dosaggi variabili di radiazioni UVA o UVB seguiti da un trattamento topico con vaselina idrofila con o senza CBD (tre gruppi di controllo; tre gruppi sperimentali). Il team ha scelto quali dosaggi di radiazioni UVA/UVB utilizzare basandosi sugli standard impiegati nella fototerapia delle malattie della pelle umana. Tutti i ratti hanno ricevuto un trattamento con vaselina nel tentativo di ridurre l’impatto di fattori esterni variabili sulle alterazioni metaboliche della pelle degli animali.
Dopo il trattamento, le proteine del plasma sanguigno isolate dai ratti sono state separate con vari dosaggi temporizzati utilizzando SDS-PAGE seguito da colorazione Coomassie per la visualizzazione delle proteine. Sezioni del gel contenenti proteine separate di peso molecolare simile sono state raggruppate per le analisi proteomiche di cromatografia liquida-spettrometria di massa in tandem (LC-MS/MS).
Le analisi proteomiche hanno rivelato che le radiazioni UVA/UVB e il trattamento con CBD hanno alterato significativamente i livelli di espressione di diverse proteine anti-infiammatorie e di segnalazione degne di nota, come l’inibitore di NFκB, la proteina 14-3-3, la protein kinase C (PKC), la cheratina e la proteina S100. L’espressione aberrante di queste proteine è stata collegata a una serie di patologie.
Mentre il trattamento UVA/UVB ha generalmente aumentato le concentrazioni della cheratina e della proteina S100, l’aggiunta del trattamento con CBD dopo le radiazioni sembra contrastare (significativamente e parzialmente, rispettivamente) questi aumenti indotti dagli UV nei ratti trattati con UVB. Una diminuzione dell’espressione dell’inibitore di NFκB (NFKBIL2), della proteina 14-3-3 e della PKC è stata osservata anche dopo le radiazioni UVA/UVB. Allo stesso modo, il trattamento con CBD sembrava alleviare queste diminuzioni indotte dai raggi UV.
Attraverso ulteriori indagini, gli autori hanno concluso che il CBD è in grado di penetrare nel flusso sanguigno attraverso l’applicazione topica. Nell’insieme, i dati di questi esperimenti propongono che il CBD possa servire come antiossidante sistemico contro i fattori di stress ambientale indotti dai raggi UV.